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Lo vide seduto sulla
sedia di metallo. Nella sala arrivi del piccolo aeroporto. Era
il 6 marzo. Lei partiva. Tornò il 12. Lui era ancora lì.
Lei prese un volo per Berlino poi il 13 aprile e tornò il 22.
Dello stesso mese. L’uomo aveva la barba molto più lunga ma era
seduto sempre lì, lei lo riconobbe anche sotto quel pelo folto
che gli celava il viso. Aveva solo cambiato sedile. Aveva la
stessa giacca diventata pesante col progredire delle stagioni.
Partì ancora il 5 maggio, tornò l’8, poi via il 22 e di ritorno
il 30. E altre volte ancora.
Lui sempre lì, giorno o notte che fossero i voli.
Il 7 luglio gli si avvicinò “Puoi tornare a casa, ti perdono”.
La prima cosa che gli chiese fu di radersi la barba.
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