Microracconti

Nati per caso o quasi, per un concorso letterario, col vincolo delle 2.500 battute complessive. Cioè scrivere in salita. Oppure i miei racconti-cartolina.

53.  

Lavorati di lima e pialla sulle parole, per sottrazione, col contagocce, per non rompere una storia, un ritmo, un'armonia.
Questi racconti ne sono il risultato, qualunque esso sia.
 

   
     
  Il danno
(tema "Il gioco", micro racconto in dieci righe)
 
     
 

Game over. Nella stanza è buio. Tutto è silenzio. Il bosco tace ombre, nella notte. Perché è un gioco, doveva essere un gioco, ma non ci credevano entrambi sin dall’inizio. Legami che ti lego, proviamo? Sì. Mi sdraio, amore. Metto ogni cosa nell’armadio, qui nel capanno, ogni mia cosa. E mise, mentre lei lo guardava, abiti, oggetti, l’orologio col suo tempo, le lettere che conservava nella tasca, un piccolo dono, fino a farsi nudo. I quattro lacci non furono crudeli. Nemmeno il buio. Nemmeno l’interminabile notte dell’attesa. Fu l’alba quando squarciò le finestre. Vide la stanza vuota. L’armadio spalancato e vuoto. Vuoto di sé e di ogni sua cosa. Il furto dell’anima è il danno peggiore, urla al mattino. Lo è il portarsi via, sottraendoli all’altro, persino ogni ricordo, lettera o parola.