Chisono
Dovesono Perchèscrivo
Cosaiosentoquantoscrivo
Comehoiniziatoascrivere Cosamiemoziona
Cosaamoeodio
Lamiamusica Imieicolori
Cinquecosechevalgono Cinque
chebuttereivia Lemieambizioni
Erosperchè Dovefinisco
ioedovecomincialamiascrittura
Quellochevogliodireioeche
Fabernonmihachiestofinora
Lamiamailsevogliometterlaqui
Eros e parole: perché e come
"Io vivo di parole perché
faccio il giornalista.
Vuol dire che racconto la realtà che mi circonda.
L'eros ne fa parte. Come la casa, come la salute, come i figli e tutto il
resto.
Sotto questo profilo spoglierei, è il caso di dire, l'eros da quell'aura di
sofisticata sacralità che gli viene attribuita quasi per renderlo più
"politicamente
corretto" e
trovargli un posto nella cultura paludata. Il sesso, l'erotismo, così
definiti, appartengono alla biologia, all'istinto e alla passionalità
dell'Uomo. Rappresentano in quanto tali, elementi primari della sua
espressività e costituiscono motivazione, più o meno esplicita, per una
molteplicità di comportamenti che in un modo o nell'altro sono ad essi
riconducibili. In altre parole sesso ed erotismo sono "cose normali" che
vanno praticate (e dunque anche raccontate) come tali, inserite
perfettamente nella sfera della quotidianità, dell'esistenza.
Il che non vuol dire banalizzarli. Dopotutto James Joyce nell'Ulisse
racconta un solo anonimo giorno dell'anonimo Leopold Bloom. Ma attraverso
quel giorno rappresenta la vita come viaggio, come sfida, come
insopprimibile spinta verso il superamento delle colonne d'Ercole che
all'Ulisse di Dante costarono l'Inferno. Ulisse dannato per Dante, Ulisse
eroe metropolitano per Joyce. Consideriamo la questione del desiderio.
Quando scatta? Che succede in quel preciso momento? Quante cose della nostra
esistenza mettiamo in gioco nello spazio dei pochi istanti che ci portano
all'accensione dell'attenzione? E quali strategie mettiamo in campo per
appagarlo? Come ci trasformiamo? Cosa possiamo diventare? E, di conseguenza,
cosa sappiamo di essere o scopriamo di non essere? Ecco, indagare in questa
manciata di secondi può diventare molto interessante".
politica cinica, quella dello sfruttamento, quella dello squilibrio, della mancanza di equità. Quella del sesso non è certo la prima. Il problema è invece quello della "significanza". Un racconto erotico, per esempio, può non essere pornografico ma restare insignificante laddove non coglie sfumature che invece difficilmente sono estranee, per quello che ho detto prima, al pianeta sesso. Un'occasione mancata che, tutt'al più, sottolinea la modestia dell'autore. Oppure può essere un repertorio ginnico, un catalogo di posizioni o di situazioni banali o poco credibili. La brevità strutturale di un racconto, per esempio, spinge molti a presentare come scontate condizioni psicologiche cui si arriva per moltissimi gradi. C'è un filone, quello (scritto al maschile, naturalmente) delle donne che si ritrovano improvvisamente esuberanti e disinibite mentre il loro uomo non smette di ringraziare il destino che finalmente ha fatto della loro donna una macchina erotica pronta a qualsiasi genere di esperienza. Può succedere, sì. Ma raccontarlo in poche pagine è un'impresa cui quasi nessuno si cimenta. Ne viene fuori qualcosa di inverosimile a tratti esilarante. Che persegue l'unico obiettivo di suscitare l'eccitazione di palati facili. Sarà che ho pure un'età, ma il coinvolgimento emotivo dell'erotismo è una cosa molto più complessa cui non mi sento di potere rinunciare".
"Penso che questo sia un Paese che ha la fissa delle definizioni. Siamo archivisti dell'esistenza e se non troviamo un posto per ogni cosa entriamo in paranoia. Ora è facile rispondere in termini di "struttura estetica" che concediamo all'eros e neghiamo alla pornografia. Ma non è questo il punto. Se per pornografico intendiamo qualcosa che ci induce al disgusto, bè, siamo circondati dalla pornografia: quella di certa
scenografia adeguata, una freccia del tempo che metta i fatti gli uni dietro gli altri per fare capire che tutto quanto accade è in qualche modo ineluttabile. Naturalmente non ho nulla contro i diaristi erotici. Ma le confessioni mi mettono un po' a disagio solo per il fatto di essere considerate tali e messe dunque in relazione all'espiazione di un peccato".
La
Sicilia, la tua terra
"E' vero, nei miei racconti c'è spesso tanta Sicilia. Ma non è sciovinismo.
E' il posto dove sono nato e vissuto per 55 anni. Il posto che conosco
meglio. Con la mia gente non ho bisogno di parlare, bastano gli sguardi per
capirsi. E poi è una terra magica, piena di fiabe, di magia, di tradizioni
antichissime. Una terra piena di passioni, di colori, di dolci e di sangue.
Qui è sempre tutto esagerato, teatrale, amplificato. Nel bene e nel male.
C'è la mafia ma pure Falcone, c'è "occhi a terra puttana" ma anche
straordinarie figure di donna che hanno saputo essere libere e liberare che
ha creduto in loro. Non c'è la grettezza di chi sbava dietro
Storie,
diari, confessioni
"Io sono per le storie. Un racconto erotico deve raccontare una storia. Lo
ammetto: sarà una deformazione professionale. Ma credo che una vicenda che
coinvolge sentimenti, passioni ed emozioni, avviene sempre dentro una storia
più generale che è sempre una grande palcoscenico dove gli attori cercano un
posto per rappresentarsi. E ci vuole una
E adesso?
"Adesso continuerò a fare quello che ho sempre fatto. Continuerò a guardare
cosa succede attorno a me, lo spoglierò delle incrostazioni dei luoghi
comuni, lo rivestirò con
La mia mail se voglio metterla qui: