Microracconti

Nati per caso o quasi, per un concorso letterario, col vincolo delle 2.500 battute complessive. Cioè scrivere in salita. Oppure i miei racconti-cartolina.

75.  

Lavorati di lima e pialla sulle parole, per sottrazione, col contagocce, per non rompere una storia, un ritmo, un'armonia.
Questi racconti ne sono il risultato, qualunque esso sia.
 

   
     
  Senza inciampare nè cadere
(tema "Il tempo", micro racconto in dieci righe)
 
     
 

Rientrò in casa, camminando all’indietro. Ma, caso stranissimo, non inciampò nel tavolo, né nella sedia. Nemmeno nel tappeto. La porta gli si aprì da sola, alle spalle. E andò ancora indietro, senza vedere dove stesse andando cambiò stanza, uscì dall’ingresso, passò in sala. Le chiavi di casa tornarono sul tavolo, il giaccone sul divano, dove già prima era. Andò, senza voltarsi e ancora miracolosamente senza cadere o sbattere nei mobili o nello stipite della porta, sempre camminando all’indietro fino alla camera. Lei era nel letto sfatto e piangeva, non gli servì voltarsi per saperlo. “oma it oi oim eroma, icomaivorpir, non aiv eradna imraf noN” le disse. Poi si voltò, il tempo di riavvolgimento del nastro era finito e lei gli diede una seconda volta quell’ultimo bacio. Avrebbe riavvolto mille volte quel nastro, da quel momento, all’infinito.