Microracconti

Nati per caso o quasi, per un concorso letterario, col vincolo delle 2.500 battute complessive. Cioè scrivere in salita. Oppure i miei racconti-cartolina.

78.  

Lavorati di lima e pialla sulle parole, per sottrazione, col contagocce, per non rompere una storia, un ritmo, un'armonia.
Questi racconti ne sono il risultato, qualunque esso sia.
 

   
     
  Cantando ad occhi chiusi
(tema "Capelli", micro racconto in dieci righe)
 
     
 

Voleva scrivere. O no? Scrisse. Senza scrivere non viveva. Scrisse due lettere, una anche d’amore. Non la salvò. Poi sms, che all’altro lato della linea crearono qualche ansia, ci sono uomini gelosi, o solo sospettosi. A farsi troppe domande anche solo per una vibrazione. Pensò pensieri. Tanti, troppi, come sempre. Che poi lo sapeva che lei, anche senza riceverli, li sentiva. Strano telefono, la telepatia in amore. Senza fili. Si eccitò, si depresse, gioì e soffrì, fece tempo di primavera della sua anima al mattino. Scrisse. Poi uscì. L’unico parrucchiere aperto lunedì, e la ragazza, così carina. Gli insaponò la testa, gli sfiorò nel farlo la spalla con il pube. Lui aprì gli occhi, le sorrise, lei sorrise. Si scoprì una canzone, dentro la testa, muta. No, non Gaber. Hair, perché si sentì felice. Senza necessità di una vera ragione.