Microracconti

Nati per caso o quasi, per un concorso letterario, col vincolo delle 2.500 battute complessive. Cioè scrivere in salita. Oppure i miei racconti-cartolina.

102.  

Lavorati di lima e pialla sulle parole, per sottrazione, col contagocce, per non rompere una storia, un ritmo, un'armonia.
Questi racconti ne sono il risultato, qualunque esso sia.
 

   
     
  Di una gita al mare
(tema "CAMERA 9, TERZO PIANO, PSICHIATRIA", micro racconto in dieci righe )
 
     
 

Non è in centro. Scenderemo veloci al mare, da Principe. Mura degli Zingari e Caricamento. Per rubarne i colori. Via Prè, poi. a piazza del Campo. i baci al sapore meticcio di kebap misto a focaccia. Berremo buon pigato da bottiglie senza gloria. Al porto. Rimonteremo Brignole. A vestirci di luce nella città dei signori. E in treno verso Quarto dove Genova si scioglie per farsi levante. Senza mai lasciarci la mano attraverso l’arco, per non perderci, che la città è un serpente vivo, e senza bussole e senza mappe è un attimo, sai, perderci ancora. Che perdersi è follia. Ritrovarsi pazzia. Per questo ho prenotato, io, una stanza. Quella, a Quarto. Nel palazzo antico, dove la casa della follia è chiusa, ora. Ma dal terzo piano la città sotto si srotola nuda. Davanti, solo il mare, così possiamo tenere aperta la finestra. E i nostri baci non li ruberà, nessuno.