Microracconti

Nati per caso o quasi, per un concorso letterario, col vincolo delle 2.500 battute complessive. Cioè scrivere in salita. Oppure i miei racconti-cartolina.

103.  

Lavorati di lima e pialla sulle parole, per sottrazione, col contagocce, per non rompere una storia, un ritmo, un'armonia.
Questi racconti ne sono il risultato, qualunque esso sia.
 

   
     
  Presenze
(tema "CAMERA 9, TERZO PIANO, PSICHIATRIA", micro racconto in dieci righe )
 
     
 

Il palazzo non arriva ai tre piani. Gli avevano detto che la stanza migliore era al terzo, ma non c’erano tre piani, così si fermarono al primo. Presero quella che dava verso l’entrata del parco. Sì, è vero, era un ex-manicomio. Lo sapevano tutti e due. La palazzina all’altro lato del viale sapeva ancora di astanteria e in fondo c’erano padiglioni diroccati. La prima notte i pazzi ritornarono quando il parco già dormiva, la mattina dopo del rave nemmeno una traccia, dopo i rumori delle musiche che vagavano nella notte senza fine. Ignoti folli avevano forzato e svaligiato nella palazzina a lato gli uffici del comune. Qualcosa nell’aria quindi c’era, ancora, della vecchia follia, ecco perché una notte sotto la grandine videro le meduse, addormentandosi vicini dopo l’amore e, l’ultima che ci andarono, dopo aver pianto entrambi, in inverno lui vide mille coccinelle, mentre lei dormiva. Dicono che la loro anima abiti lì ancora.