Microracconti

Nati per caso o quasi, per un concorso letterario, col vincolo delle 2.500 battute complessive. Cioè scrivere in salita. Oppure i miei racconti-cartolina.

105.  

Lavorati di lima e pialla sulle parole, per sottrazione, col contagocce, per non rompere una storia, un ritmo, un'armonia.
Questi racconti ne sono il risultato, qualunque esso sia.
 

   
     
  Lo specchio
(tema "CAMERA 9, TERZO PIANO, PSICHIATRIA", micro racconto in dieci righe )
 
     
 

- Lo so che i pazzi negano la loro follia – l’uomo è così che esordì col dottore. Affondato nella poltrona cominciò a parlare. Alle sue spalle, in silenzio, il medico posò la Montblanc sulla scrivania. Si sentì il clac del registratore. – E’ che aveva occhi così belli – e nel dirlo lui chiuse i suoi. – E labbra così morbide sotto le mie – e se le morse dicendolo. - E le sue mani sul mio corpo, a giocare con la pelle, carezzarmi, il petto, il viso – e nel parlarne torse le sue. – E i suoi capelli corti, scuri, la frangia scivolata sugli occhi quando mi si sedeva in grembo per accogliermi in lei – si rassettò i capelli grigi mentre lo diceva. – Vede? Ogni cosa che dico o penso di lei si specchia in me da sola, per amore –respirò a fatica con gli occhi lucidi e umidi mentre lo diceva. – Ma io non sono pazzo, l’ho solo uccisa. Vedrà, glielo giuro, prima o poi, ce la farò a morirne. Anche io -