Microracconti

Nati per caso o quasi, per un concorso letterario, col vincolo delle 2.500 battute complessive. Cioè scrivere in salita. Oppure i miei racconti-cartolina.

108.  

Lavorati di lima e pialla sulle parole, per sottrazione, col contagocce, per non rompere una storia, un ritmo, un'armonia.
Questi racconti ne sono il risultato, qualunque esso sia.
 

   
     
  Andiamo al mare a mangiare un gelato?
(tema "IL MARE", micro racconto in dieci righe )
 
     
 

Le chiese quali gusti stavolta. Un secondo gelato in un solo giorno era proibito nella clinica. Guai, gli zuccheri interferivano col metabolismo dei farmaci accelerando la peristalsi. O almeno così gli avevano spiegato. Ma ne voleva un altro. Almeno quattro gusti. Ora li avrebbe scelti, il bancone straripava. Cono? coppetta? Cialda. Il primo gelato era stato al gusto di vela rossa, bottiglie vuote e tappi. Avvolto in lettere d’amore come cono. Il secondo, quella della violazione delle prescrizioni che gusto avrebbe avuto? Ordinò i due coni, e la cialda era vera cialda, non parole. Il micro per lei così fu: melone, fragoline di bosco, cannella e zenzero. Il suo uguale. Perché le aveva scritto - vorrei poterti dire andiamo al mare, a mangiare un gelato. A fare qualsiasi cosa che non sia stare in rete – E ora, col gelato anche sul mento, loro guardavano il mare.