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Aveva sentito
nell’aria quel cambio di vento, quel tremito che le foglie
colgono per prime. Quando smettono un attimo solo di vibrare e
poi ricominciano, da sole. Sotto la carezza che sembra, ma non è
più, uguale. Poi aveva sentito l’ozono nell’aria. L’odore
pungergli il naso. Salire con sapore di metallo dalle narici
alla gola. Un brivido lungo la schiena. Senza motivo, faceva
caldo, caldissimo, e i brividi di solito vengono col freddo.
Invece il vento era più caldo persino ora, veniva da est,
sud-est, portava sabbia e minaccia di pioggia a macchiare l’auto
di gocce brune. Guardò le nuvole, ferme, immote, cariche, e
colorate dal tramonto del sole. Fermò il respiro un attimo.
Ascoltò il cielo e un primo tuono. Posò la penna, e salutò la
fine inevitabile di una stagione. |
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