Microracconti

Nati per caso o quasi, per un concorso letterario, col vincolo delle 2.500 battute complessive. Cioè scrivere in salita. Oppure i miei racconti-cartolina.

81.  

Lavorati di lima e pialla sulle parole, per sottrazione, col contagocce, per non rompere una storia, un ritmo, un'armonia.
Questi racconti ne sono il risultato, qualunque esso sia.
 

   
     
  Dodici megabytes
(tema "IL TEMPO", micro racconto in dieci righe )
 
     
 

Lei prese la digitale. Saturando di colori e luci quell’estensione intangibile della memoria. Cento scatti, si inclinò, arretrò, avanzò. In ginocchio sul lastricato. Sul muretto, facendosi aiutare, non è che lei sia proprio un’atleta o una equilibrista. Aspettò e fece aspettare chi era con lei che la luce fosse quella giusta. Che passasse quella nuvola. Che arrivasse quella nuvola. Sulla chiesa. Cercò di fare entrare nei megabytes odori e suoni. Sapeva farlo quando li sentiva col cuore. Piazze, persone, ombre. Quel portone. Una prospettiva dei tetti. La luce è una emozione. Vibra, non è fisica, non ha corpo, vibrando crea i colori. E lei vibrò, presa dalla febbre del rubare attimi alla sua stessa vita. L’uomo lontano, scrivendo, già vede l’emozione da bambina che avrà lei. Dopo, nel mostrare, raccontare, una febbre convulsa. E sorride. Del miracolo - dolce - di una vacanza.