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Smise di parlare dei
suoi demoni un lunedì. Smise di pensarci. Disse finalmente
basta. Sì, erano circa le 16, credo fossero le 16 e 22 esatte.
Per mesi non aveva fatto altro. Chiuso nella penombra di quella
stanza. Ad occhi chiusi spesso, evocandoli. A volte con dolore a
volte con rabbia. Farlo gli costava veramente. Tanto. Troppo.
Smise. Alle 16 e 22, di un lunedì torrido. Era sudato e
affannato ma non per il caldo. Le violenze e il dolore, le
torture psicologiche e le sconfitte l’avevano stravolto,
rivoltandolo.
Smise. Si alzò, nella penombra e gli giunse alle spalle.
Cercarono invano il taccuino col calendario degli appuntamenti
del suo analista. Quando, il giorno dopo, il custode, con le
chiavi di scorta, lo trovò strangolato. Sul tappeto. Nello
studio.
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