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“O Misericordioso, o
Messaggero, tu che ha tagliato il deserto seguendo le stelle e
le altezze della luna. La mia sposa è la grazia della vita, la
spezia, il nettare che leva la sete, l’acqua che lava i piedi
prima delle preghiere. O Compassionevole, donale giustizia,
offrile la luce della luna che la culli e l’incendio del sole
che la infiammi. Questa è la vita, la pace e la battaglia, la
quiete e la tempesta, il gioco del vento e delle sabbie, la
nascita e la morte.” Lei uscì dalla tenda nel sentire declamare
senza paura né pudore la Sura Proibita dalla sua voce. Si
avvicinò. Celando il volto, tranne gli occhi. Disvelandoli
accesi. Poi si lasciò aiutare, fin sulla sella, alta e
oscillante. Con lui sulla gobba dell’animale inginocchiato. Di
tutte, lei era la trentesima. La più giovane. La più bella.
Scomparve con lei. Non fece né farà ritorno. Ventinove spose, ad
attenderlo, nell’ombra. |
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