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Non è storia di
estate, né storia di inverno. E’ una notte a primavera. Troppo
freddo in quella stanza, la neve ancora, e il riscaldamento
latitava come il sole. Lei stava piangendo. Per la paura che
quella notte in cima al mondo fosse il punto di una svolta.
Troppo perfetto tutto, cuore, desideri, corpi, il mondo avrebbe
potuto fermarsi in quell’istante. O precipitare l’istante dopo,
definitivamente, al chiudersi di un incanto. L’uomo si sentì
perso e disarmato di fronte al pianto della donna. Lei cominciò
anche a tremare senza controllo, per il freddo. Scossa da
brividi sempre più forti. Inarrestabili. E a farsi ghiaccio,
carne e pelle. L’uomo l’avvolse di se stesso, la coprì
interamente col suo corpo. La strofinò impaurito, con la piccola
coperta a macchie nere, finché lei si riprese. Sfregò per ultimi
i piedi, fino a farli rossi. Poi li baciò. Lei sorrise. Lui le
si stese al fianco. |
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