|
Ogni giorno zac..via
uno. Due. Poi rieccoli. Poi ancora via. I più fedeli clienti.
Forse li inghiottiva il dehor del McDonald’s che per
distruggerli aveva aperto lì di fronte? L’uomo, al tavolo, il
solito, guardava le dispute. Ascoltava i gesti. Perché i gesti
parlano più delle parole e le parole si guardano, per come
escono, più che per quanto van dicendo. Quando al Bar Oasi
decisero il rinnovo, gli arredi vecchi, il colore da ridare - e
anche per reggere gli attacchi, sapete, difenderci, al banco
siamo in pochi, e il menù? sia vero menù e non solo snack,
adesso… - gli amici avventori iniziarono ad alzar le voci.
Alcuni a scoprirsi anche antipatici. Altri a temere la perdita
del tavolo, loro da sempre. O a rivendicare protagonismo sul
colore delle sedie. Nessuno ordinò un caffè, o una birra. L’uomo
si alzò e andò di sake e sushi. Al giap. In quel pacifico
silenzio. |
|